Creare occasioni di partnership nel progetto Cremona Be Care e progettare iniziative nel campo della formazione. Sono questi alcuni degli elementi emersi in un incontro tra la professoressa Guendalina Graffigna – Ordinario di psicologia dei consumi e direttore del Centro di ricerca EngageMinds HUB e il nuovo direttore generale di Cremona Solidale Alessandra Bruschi al campus di Santa Monica dell’Università Cattolica di Cremona.
“Questa prima fase di Cremona Be Care – ha evidenziato Graffigna – partita da qualche mese grazie a un finanziamento di Fondazione Comunitaria è dedicata alla mappatura degli stakeholders del nostro territorio nel campo socio-assistenziale, con particolare focalizzazione sui bisogni degli anziani e sulle diverse sfaccettature della figura del caregiver. Per questo – ha proseguito Graffigna – tirare a bordo Cremona Solidale, la principale realtà socio-assistenziale del territorio cremonese, è quanto mai importante”.
“L’immagine che molti cittadini cremonesi hanno di Cremona Solidale è ancora troppo spesso legata a un vecchio concetto di ospizio – ha sottolineato Alessandra Bruschi. In realtà, la nostra azienda è già da tempo molto di più. Basti pensare al centro per le cure intermedie e la riabilitazione, alle comunità-alloggio, ai centri diurni, ai servizi di Rsa aperta e di assistenza domiciliare integrata, ai progetti sviluppati con il Comune e la Fondazione Città di Cremona di Welfare comunitario. Ma il nuovo management è teso ad arricchire e ampliare ulteriormente la sfera delle nostre attività, integrandole sempre più con le realtà importanti del territorio. Anche per questo, instaurare rapporti con l’Università Cattolica risulta per noi strategico”.
Cremona Be Care è un progetto che vede una partnership tra Università Cattolica, Politecnico di Milano, Comune e Camera di Commercio di Cremona. Alla base un’idea suggestiva: “assistere chi assiste”, ovvero offrire strumenti conoscitivi a chi deve prendersi cura di persone fragili, a cominciare da quella popolazione anziana che negli ultimi anni, da un punto di vista demografico, è in costante crescita in Italia e in particolare a Cremona.
Un primo step di questo progetto è partito nei mesi scorsi, grazie a un finanziamento della Fondazione Comunitaria della Provincia di Cremona, e sta procedendo nella mappatura di enti, organizzazioni e istituzioni interessati al problema sul territorio cremonese. Ma anche delle risorse presenti e degli spazi possibili di collaborazione per la costruzione di un hub permanente di cooperazione e scambio tra utenza e servizi. Il fine è esplorare e misurare i bisogni scoperti, le aspettative e le richieste verso servizi e prodotti che permettano una migliore qualità di vita, con particolare riferimento ai consumi alimentari corretti e all’uso di quelle tecnologie che aiutino anche i più fragili a vivere in serenità e il più a lungo possibile nella propria casa.